Teniamo attivi i nostri “anticorpi di civiltà” per battere il degrado e la rassegnazione
Dobbiamo impegnarci insieme per ristabilire l’elevato livello di socialità e di civiltà che abbiamo costruito nel tempo in questo paese
(di Eva Coïsson, capogruppo Sant’Ilario Futura)
La visita del nuovo prefetto della Provincia di Reggio Emilia, dott.ssa Iolanda Rolli testimonia un’attenzione tutt’altro che scontata ai bisogni del territorio e una volontà di ascolto “dal basso”, di vicinanza alla comunità davvero encomiabile. La sua visita è giunta tra l’altro a S. Ilario in un periodo molto delicato, per i numerosi episodi di mancato rispetto delle regole e più in generale di inciviltà che sono andati aumentando negli ultimi mesi, in particolare nella nostra frazione, Calerno, portando ormai all’esasperazione molti cittadini. Gli episodi, presi singolarmente, visti dall’esterno, possono anche apparire qualcosa di non così drammatico, magari confrontandoli con quelli che accadono in aree più “complicate” della nostra. Vandalismi, bullismo, furti, intimidazioni, abbandono di rifiuti… Chi non vi assiste, ogni tanto? Il problema qui è la concentrazione nel tempo e nello spazio di questi episodi. E’ importante non sottovalutare questa situazione, perché io credo che il mancato rispetto delle regole sia come una tossina: finché è in piccole dosi l’organismo riesce a reagire e a sopperire con le tante energie positive che ha. A Calerno, come a S. Ilario, non si contano le iniziative di volontari su tutti i campi, dall’assistenza ai bisognosi, alla pulizia straordinaria degli spazi pubblici, al controllo di vicinato, alle raccolte fondi per iniziative di solidarietà. Ma quando la tossina si accumula nell’organismo, nel tempo, con tanti e tanti episodi ripetuti, perseguiti solo in alcuni casi, si fa concreto il rischio che i nostri “anticorpi di civiltà” non siano più sufficienti. Ecco che allora qualcuno può iniziare a pensare: “ma perché io devo fare la raccolta differenziata mentre altri buttano le cose a caso?” o “perché io devo convincere mio figlio che deve mettere il casco anche per andare in bicicletta mentre c’è chi guida l’auto senza patente, o senza assicurazione?” o ancora “perché io passo il mio sabato a pulire il pedonale della provinciale, quando altri sporcano quotidianamente il centro?”. A me preoccupa iniziare a sentire queste domande (come è accaduto la scorsa settimana nell’incontro in questa stessa sala con i rappresentanti del comitato Orgoglio Margheritino), mi intristisce l’idea che persone note per il loro attivismo solidaristico possano richiudersi in se stessi, per sfiducia e per paura, mi fa arrabbiare sapere che i genitori non mandano più i figli al parco per evitare incontri spiacevoli o che abbiamo dovuto chiudere le fontanelle dell’acqua per evitarne usi impropri, mi spaventa sentire parlare di barricate. Per questo motivo, in occasione della visita del Prefetto, ho sottolineato l’importanza di tenere nella giusta considerazione le segnalazioni e le sollecitazioni che arrivano, oltre che dal Sindaco e dalle forze dell’ordine, anche dagli stessi cittadini, con le firme che stiamo raccogliendo, per contribuire, lavorando insieme, con i Carabinieri, la Polizia Locale, gli uffici comunali, a cancellare queste domande, a scongiurare la rassegnazione e a sciogliere la paura che porta ormai le persone a non uscire di casa, i commercianti a chiudersi a chiave nei loro negozi, i clienti a evitare certi parcheggi, i bambini a frequentare meno i parchi. Dobbiamo impegnarci, insieme, per ristabilire l’elevato livello di socialità e di civiltà che abbiamo costruito nel tempo e a cui eravamo abituati.