Coronavirus: la testimonianza di Domenico, paziente guarito
"Vorrei festeggiare ma non ci riesco", la toccante testimonianza di Domenico Di Maiolo, dopo 70 giorni finalmente fuori dall'incubo. "É stata dura, ma non ho mollato"
Mi chiamo Domenico Di Maiolo, e sono stato contagiato dal mostro, il covid-19.
I primi sintomi si sono presentati giovedì 5 marzo 2020 mentre ero a lavoro, quando ho sentito le gambe che non andavano, per cui mi sono recato dal medico che mi diagnostica la classica influenza.
Però con il passare del tempo la febbre non spariva, anzi… per sintetizzare i sintomi posso dire che mi sono sentito come una macchina in autostrada che all’improvviso finisce la benzina sulla corsia e dietro c’è un mezzo pesante che arriva.
Da quel momento ho fatto 9 giorni di antibiotico con febbre tra 38 e mezzo e 40 prima di andare a Montecchio per fare le radiografie, la TAC e il tampone di controllo.
Faccio la terapia antivirale a casa per 7 giorni e non mi abbatto, poiché mi sento come Jeeg robot e inizia la mia battaglia contro il mostro invisibile.
É stata dura, ma non ho mollato, di fede calcistica sono del toro per cui… mai mollare.
Dopo ogni mattina la sorveglianza a domicilio mi chiamava per accertarsi che tutto procedesse bene. Naturalmente io non dormivo e se riposavo avevo il cellulare con il 118 inserito per paura che durante la notte facessi fatica a respirare. Dopo 20 giorni ricevo il permesso di fare una doccia… in quei momenti anche la doccia è una conquista che aiuta a non mollare.
La vita era diventata una routine: svegliarsi alle 4 e 30 per disinfettare la stanza, evitare finanche di incrociare mia moglie e mio figlio, dato l’isolamento. E così continuo fino al 12 aprile, quando mi dicono anche il secondo tampone e negativo.
Vorrei festeggiare ma non ci riesco; la coscienza mi dice di non farlo per rispetto di tutte quelle persone che il mostro ha portato via.
Adesso siamo arrivati alla fase 2 e mi permetto di dare qualche raccomandazione: il mostro è sempre dietro all’angolo, lui non molla anzi è aggressivo.
Rispettiamo le regole quali il distanziamento sociale e non facciamo assembramenti poiché i vincoli sono per il nostro bene per far si che il mostro non ritorni.
W l’Italia, w l’Italia che vive…