Le nuove deleghe dei Sindaci nell’Unione dei Comuni Val d’Enza
Eletto Presidente dell'Unione il Sindaco di San Polo d'Enza Franco Palù. Al Sindaco di Sant'Ilario Perucchetti la delega a Scuola e Educazione.
Ieri il Consiglio dell’Unione Val d’Enza ha deciso i nuovi assetti politici dell’ente pubblico sovracomunale, conseguente al rinnovo delle amministrazioni comunali dello scorso maggio. E’ stato eletto Presidente dell’Unione il Sindaco di San Polo Franco Palù, al quale è stata affidata anche la delega alla Sicurezza e Legalità. Le altre deleghe ai vari ambiti di attività e servizi sono state così ripartite dal Consiglio: al Sindaco di Sant’Ilario Carlo Perucchetti è stata conferita la delega a Scuola e Educazione; la delicata delega alle Politiche Sociali al Sindaco di Cavriago Francesca Bedogni; al Sindaco di Gattatico Luca Ronzoni va la delega alle Associazioni, Sport e Volontariato; al Sindaco di Montecchio Fausto Torelli la delega a Sanità, Bilancio e Tributi; la delega all’ambiente è stata affidata a Germano Artioli, Sindaco di Campegine; al Sindaco di Canossa Luca Bolondi è stata conferita la delega alla Protezione Civile, Territorio montano e Turismo, mentre al vice sindaco di Bibbiano Paola Tognoni va la delega alle Attività Produttive e Agroalimentari.
Il giorno precedente tutti i Sindaci dei Comuni della Val d’Enza sono intervenuti con un comunicato congiunto in merito alle indagini giudiziarie che riguardano il settore tutela minori dei servizi sociali della Val d’Enza. Riportiamo integralmente il comunicato dei Sindaci:
“In queste settimane il nostro territorio è stato scosso da una inchiesta giudiziaria che riguarda il settore dei servizi sociali e della tutela dei minori: una inchiesta che, anche per le modalità ed i toni con cui è stata presentata, ha comprensibilmente provocato preoccupazione, sconcerto ed indignazione nell’opinione pubblica. Come sindaci dell’Unione Val d’Enza, riteniamo doveroso dar voce e risposta a questi sentimenti. Ribadiamo, innanzitutto, la piena fiducia nell’operato della magistratura, certi che le indagini in corso possano chiarire, in tempi che auspichiamo i più brevi possibili, i fatti e le responsabilità. In primo luogo la nostra solidarietà ed il nostro sostegno vanno ai bambini ed alle famiglie coinvolte, ma, ugualmente, anche agli operatori del settore che svolgono ogni giorno, con scrupolo e dedizione, un lavoro difficile e delicato. I Servizi Sociali, infatti, si occupano delle fasce più deboli e bisognose di aiuto della società: i minori, certamente, ma anche gli anziani, le donne vittime di violenza, i disabili, le persone bisognose. La scelta di puntare molto su questo settore la riteniamo una scelta di civiltà, perché pensiamo che la qualità di una società si misuri da come si occupa dei più fragili e meno fortunati. Per questo non possiamo permetterci che errori di pochi e generalizzazioni emotive mettano in pericolo il funzionamento del settore, e siamo immediatamente intervenuti per garantirne la funzionalità e l’operatività in questi momenti difficili. Una cosa, però, vogliamo ribadire con chiarezza. Fermo restando il principio di presunzione di innocenza fino a prova contraria, principio universale di civiltà giuridica, in questa vicenda l’Unione dei Comuni ed i suoi singoli componenti sono PARTE LESA e, una volta chiarito il quadro delle indagini, opereremo, nelle forme e nei modi di legge, a tutelare, senza indulgenze o tentennamenti, se ne ricorreranno le condizioni, la nostra immagine ed i diritti delle nostre comunità. Allo stesso modo, siamo consapevoli che questa vicenda, come la precedente inchiesta sulla Polizia Municipale, imponga una profonda riflessione sul funzionamento dell’Unione e sul sistema dei controlli: riflessione che deve coinvolgere tutti, collettività e forze politiche. Le Unioni dei Comuni, infatti, sono organi istituiti, con legge dello Stato, per favorire la gestione associata di funzioni e servizi che i singoli Comuni, specialmente se piccoli, sono in difficoltà a gestire da soli e in quanto tali possono costituire una risorsa importante per le comunità oltre che uno strumento fondamentale per lo sviluppo di servizi di qualità. Può essere tuttavia che al crescere delle funzioni, non sempre corrisponda una adeguata funzionalità organizzativa ed operativa. Di qui la necessità di individuare soluzioni che rendano l’Ente sempre più capace di rispondere ad esigenze e richieste di una società che cambia”.