“Canto della neve silenziosa” di Hubert Selby jr.
Nella solitudine e nella disperazione della metropoli può filtrare un raggio di luce e di speranza
Quello che vi proponiamo questa volta è un libro di racconti, non recentissimo per la verità, ma ancora rintracciabile, a cercarlo, perché merita di certo farlo. Si tratta di un libro dello scomparso scrittore newyorchese Hubert Selby jr. che è ritenuto uno degli scrittori americani più importanti della seconda metà del secolo scorso anche se non molto conosciutio dal grande pubblico.
Il “Canto della neve silenziosa” raccoglie quindici racconti scritti nel corso di vent’anni, tutti ambientati a New York, la città amata e odiata dall’autore, che ripeteva spesso di non sentirsi americano ma newyorkese.
Una raccolta di racconti è una sfida difficile per ogni autore, forse ancor più di quanto lo sia un romanzo, perchè si ha meno spazio e tempo per attirare e appassionare, perchè si deve conservare un livello qualitativo omogeneo tra le singole storie, perchè non è semplice evitare che un racconto prevalga oltremisura sugli altri e ciò vada a loro detrimento. Qui la sfida, però, è stata vinta e il livello generale è più che buono diventando ottimo in più di un racconto. Particolarmente da segnalare sono “Di balene e sogni” (tre pagine di una limpidezza diamantina), “Il cappotto”, “Pubertà” e il racconto che da il titolo al libro.
In tutte queste storie vi è lo stesso protagonista, Harry, ma in ogni racconto vi è un Harry diverso. Egli rappresenta l’uomo metropolitano, con tutta le sue complessità, le sensazioni, le amarezze, l’esigenze di amore, la disperazione. Hubert Selby jr. fu uno scrittore a cui piaceva usare spesso i toni poetici che gli servivano per meglio rivelare i “canti” delle persone e delle cose in contrasto con il grande silenzio della loro solitudine ma, dentro a questa solitudine, può filtrare anche un raggio di luce e di speranza per una vita nuova.
Anche in questa raccolta di racconti, come in tutte le sue opere (di cui la più famosa è Ultima fermata Brooklyn) l’autore non denuncia, non cerca soluzioni e non chiede aiuto per i suoi personaggi, simbolo di una umanità dolente e reietta, ma si limita a fotografare senza moralismi la realtà umana, e con il suo stile personalissimo, Selby ci regala molte frasi che rimangono nella nostra memoria, anche a distanza di tempo, come se non se ne volessero andare, come se si fossero depositate in profondità. (Giorgio Spaggiari)
“Canto della neve silenziosa” di Hubert Selby – Casa editrice: Feltrinelli – 2010