La nostra intervista al nuovo Comandante della Polizia Locale Val d’Enza
Davide Grazioli ha preso servizio alla guida del Corpo di Polizia lo scorso marzo. Abbiamo parlato con il Comandante della situazione che ha trovato in Val d'Enza, delle priorità su cui è intervenuto e intende intervenire, dei progetti dei prossimi mesi per la sicurezza del nostro territorio.
Davide Grazioli dallo scorso marzo è il nuovo Comandante della Polizia Locale dell’Unione Val d’Enza. Sulla base delle scelte e direttive poste in essere dai Sindaci della Val d’Enza, in pochi mesi si è fatto carico della riorganizzazione di un organo che deve fare i conti con la carenza endemica di personale ed un territorio molto vasto e molto composito, con necessità, problemi e aspettative diverse. Tuttavia si percepisce che in poco tempo il nuovo Comandate, pur tra mille difficoltà e tanti problemi ancora da risolvere, ha trovato il modo di dare una gestione più organizzata al servizio, con l’obiettivo di dare risposte professionali e più tempestive alle richieste della cittadinanza, che sono le due caratteristiche più importanti per l’efficacia dell’operato delle Forze dell’Ordine. In questo contesto di forte impegno verso un servizio più efficiente, abbiamo posto a Davide Grazioli alcune domande e questioni per saperne di più.
Comandante, cos’ha trovato arrivando da noi in Val d’Enza?
Ho trovato personale con una grandissima disponibilità congiunta ad una professionalità decisamente buona. Il problema vero era l’organizzazione al vertice, praticamente assente per una serie di eventi che si sono avvicendati e sui quali non mi permetto di entrare nel merito, dal momento che non li ho vissuti in prima persona. C’era ad esempio una forte dispersione del personale, che era quasi del tutto concentrato su Montecchio, da dove poi partiva per spostarsi sugli otto territori che compongono l’Unione. Una scelta che causava disorganizzazione e, cosa ancora più grave, dilatazione dei tempi in caso di intervento perché sono due le cose fondamentali per le forze dell’Ordine, ovvero professionalità e tempestività di intervento.
Qual era, dal punto di vista del funzionamento del servizio, la principale priorità di intervento?
Dal primo marzo ho espresso la necessità di presentare concretamente un progetto organizzato in tre sub ambiti, come indicato dagli amministratori pubblici della Val d’Enza: ciò significa che nonostante un organico inferiore alla necessità, ho potuto predisporre un’organizzazione in tre porzioni di territorio, ognuna composta da 20/22mila abitanti. Tre zone o ambiti, quindi, con una forte omogeneità dal punto di vista del numero di abitanti. Questa riorganizzazione porterà il poco personale che abbiamo ad operare in maniera più efficace, in quanto distribuito omogeneamente sul territorio. Un territorio già coperto per le mansioni giornaliere, come le scuole, il mercato, la gestione commerciale, con personale che da adesso raccoglie le istanze dei cittadini per poi portarle al comando centrale e dare risposte più tempestive.
Cosa significherà in concreto per Sant’Ilario e Calerno?
Nello specifico, per il Comune di Sant’Ilario, penso che arriveremo a quattro operatori fissi, cosa impensabile con l’organizzazione precedente, che migliorerà la prossimità territoriale degli agenti, più vicini ai cittadini. Inoltre il progetto, nelle località abbastanza decentrate come la frazione di Calerno, prevede di mettere un furgone strutturato come ufficio mobile, con tanto di operatore, un giorno fisso alla settimana a disposizione dei cittadini, in modo da sveltire le pratiche. Chiaro che questo non risolve tutti i problemi ma, per certe pratiche burocratiche, i cittadini più anziani o con meno capacità di spostamento troveranno un servizio più qualificato e comodo.
Cosa si aspetta per i prossimi mesi di attività?
Innanzitutto portare a compimento la complessa attività di riorganizzazione territoaile del servizio. Poi c’è un progetto al quale mi sto dedicando con grande attenzione e per il quale ho già preso contatto con il responsabile dei servizi sociali, vista anche la delicatezza del tema. Vorrei creare una squadra dedicata alle fasce più deboli, con personale già formato su questo tema. Un nucleo che faccia rientrare diverse categorie di intervento, con personale assolutamente adeguato e preparato, in grado di portare risultati positivi immediati. In più ho intenzione di mettere un numero verde regionale, gratuito, raggiungibile anche da chi non ha più credito sul cellulare. Capisco che possa sembrare una piccola cosa, ma se mettiamo insieme tante piccole cose otteniamo un sistema che funziona ed una rete di protezione per tutti i cittadini della nostra comunità. Tutto ciò che ho elencato, la riorganizzazione in sub-ambiti, la specializzazione del personale, il numero verde e la dislocazione nelle frazioni costituisce un passo avanti verso il nostro obiettivo, che è quello di recuperare il più possibile i rapporti tra gli agenti e i cittadini. Arrivando qui ho trovato per la stragrande maggioranza dei casi personale motivato e collaborativo. Sono certo che con queste premesse tutti gli obiettivi sono raggiungibili.