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La Resistenza ha dato agli italiani la libertà, la democrazia e la Repubblica

Il messaggio del Sindaco Carlo Perucchetti in occasione del 25 aprile. Ieri in piazza le istituzioni, le scuole, le associazioni e i cittadini ucraini giunti a S.Ilario e Calerno

Pubblichiamo l’intervento del Sindaco Perucchetti in occasione della Festa della Liberazione. Viva la libertà, viva l’Italia e viva il 25 aprile.

La vita delle generazioni è scandita da date. In Italia il 4 novembre è la fine della prima guerra mondiale, voluta, ricordiamolo, da imperatori avidi di conquistare terra su terra, non voluta dalla grandissima maggioranza degli europei; durò 4 anni e 4 mesi e vide il massacro di 16 milioni di persone, soprattutto soldati.
Il 25 aprile, con la Liberazione dai nazifascisti, si conclude in Italia la seconda guerra mondiale, voluta da dittatori nazionalisti avidi di conquistare terra su terra; durò in Europa 6 anni e vi furono oltre 60 milioni di morti tra militari e civili.
Poche persone hanno deciso la sorte dell’umanità e le parole malvagie sono state sempre le stesse: nazionalismo, imperialismo, aggressione, invasione, morte e distruzione.
In questi giorni la storia si ripete, con gli stessi presupposti, in Ucraina: aggredita e invasa.

La lotta per la libertà condotta durante la Resistenza da tanti italiani ci ha donato il bene inestimabile della democrazia e della Repubblica, fondata sulla Costituzione, il libro più importante ed emozionante che abbiamo, ispirata dalle lettere dei condannati a morte della resistenza. Nella Costituzione, che fissa i diritti e i doveri dei cittadini, viene citata trasversalmente la parola solidarietà, prefigurando un mondo che affratella. E’ il migliore antidoto possibile al nazionalismo. Ogni bandiera ha senso se è unita alle altre e oggi il nostro tricolore deve essere messaggio di solidarietà con i popoli che stanno subendo la guerra, ai quali auguriamo tutti che presto possano vivere il loro 25 aprile.
Tante, troppe guerre: in Ucraina, Etiopia, Yemen, Nigeria, Afghanistan, Libano, Sudan, Haiti, Colombia, Myanmar, Siria, Messico, Iraq, Kashmir, Congo, Somalia, Mozambico, Israele e Palestina.

Da quel 25 aprile di 78 anni fa Sant’Ilario e Calerno:
– ricordano i 13 caduti per la libertà che hanno dato la propria vita, i cui nomi sono scolpiti sulla pietra: Leo Benassi, Remo Bertani, Rolando Boni, Carlo Braglia, Amos Canepari, Guido Donelli, Giulietto Gallingani, Aronne Maccari, Bruno Magnani, Elio Manzotti, Aronne Oliva, Arnaldo Pastarini, Bruno Veloci;
– ricordano i 20 partigiani fucilati a Ponte Cantone il 14 febbraio del 1945;
– ricordano i giovani santilariesi deportati nei campi di sterminio.
Sant’Ilario e Calerno ricordano le centinaia di donne e uomini partigiani che hanno resistito in ogni forma, mettendo a rischio la propria vita;
– ricordano i soldati italiani internati nel lager nazisti, che non hanno aderito al fascismo ed hanno scelto la prigionia;
– ricordano i tantissimi piccoli e grandi atti resistenza di tanti cittadini.

Tutte questa persone ci hanno indicato la via maestra: cioè il coraggio di perseguire ideali di libertà e democrazia, mettendo in pratica ogni giorno la parole della Costituzione Italiana.

Ed oggi salutiamo i cittadini Ucraini che sono qui con noi a condividere quegli ideali, ringrazio i tanti ucraini residenti che hanno accolto i profughi nelle proprie case e i tantissimi cittadini che con dedizione hanno sposato la causa di chi oggi è lontano da casa ed ha bisogno.
Ringrazio le Associazioni partigiane e, in modo particolare l’ANPI di S. Ilario, nella persona della presidente Ives Arduini, per la vicinanza di pensiero.
Ringrazio la professoressa Raffaella Savino, dirigente dell’Istituto Comprensivo di S. Ilario, che ha promosso e continua a promuovere ricerche e attività dei ragazzi sui temi della civiltà e della pace. Analogamente ringrazio la prof.ssa Maria Sala, dirigente dell’Istituto D’Arzo di S. Ilario, i cui ragazzi già dai primi giorni di guerra in Ucraina hanno manifestato spontaneamente per la pace.
Ringrazio il Corpo Filarmonico di S. Ilario, con la presidente Sara Sistici, che con il canto e la musica ci aiuta e riconnetterci con le vicende dei nostri padri e nonni.
Ringrazio voi tutti: la vostra presenza conforta perché la buona memoria non è un esercizio di stile, ma è la base per misurare la nostra volontà di realizzare la migliore convivenza civile.

Viva l’Italia e buon 25 aprile.

Carlo Perucchetti

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