Larysa, drammatica lettera dall’Ucraina a S.Ilario
Una giovane donna ucraina che ha frequentato le scuole elementari e medie a S.Ilario scrive da Vinnytsia, la sua città natale colpita dai missili russi. Il ringraziamento della città al Lions Club S.Ilario d'Enza per gli aiuti ricevuti.
Mi chiamo Larysa, ho 29 anni e per la maggior parte della mia vita ho vissuto in Italia. A Sant’Ilario d’Enza di Reggio Emilia ho frequentato le elementari e la scuola media e poi a Reggio Emilia ho finito le superiori e poi ci sono andata all’università. Dal 2015 mi sono trasferita in Ucraina, nella mia città natale, Vinnytsia. Ogni anno tornavo in Italia , perché comunque sentivo la mancanza – parlo anche di una semplice colazione con la pasta al bar. Ma torniamo all’Ucraina dove attualmente vivo. Il 14 di luglio del 2022 è il mio secondo compleanno. Sapete perché? Alla mattina ero all’ufficio quando verso le 10:13 ha suonato allarme antiaereo. Siamo usciti tutti dall’edificio, ma visto che di allarmi ce ne possono essere anche 3 o 4 volte al giorno e il fatto che di solito le nostre forze militari li abbattevano…la gente si è abituata a questo fatto e ha abbassato la guardia. Visto che da un giorno all’altro doveva arrivare un altro aiuto umanitario dall’Italia ( medicine, carrozzine per disabili) , organizzato da Lions Club Sant’Ilario D’Enza grazie al presidente Avvocato Vincetti Claudio e Bedogni Erminio Officier Alert con cui siamo sempre in contatto, volevo fare un bel benvenuto e in qualche modo mostrare gratitudine a tutti quelli che ci aiutano – mi sono diretta nell’edificio, che oggi è ormai distrutto dai missili russi , per ordinare la bandiera italiana. Il piccolo negozio era chiuso e sulla porta c’era la scritta che è aperto dalle 12:00 fino le 18:00 e un numero di telefono per fare ordinazioni online. Ho scattato la foto e poi mi sono diretta dal cartolaio, sempre lo stesso edificio, ma dall’altra parte. Ho preso dei fogli grandi, prima di uscire ho chiesto alle commesse se sanno dove posso comprare una bandiera italiana . Subito mi hanno chiesto se fosse per una organizzazione che si trovava in città ma gli ho detto che mi servirà per fare le foto da postare su Facebook perché Italia ci aiuta molto e volevo che la gente sapesse questo . Poi l’ ho salutata augurandole una giornata come diciamo noi a «cielo sereno» e me ne sono andata diretta verso il lavoro. Ho visto gli sposi con gli ospiti che facevano le foto, lì vicino c’era l’anagrafe – e dopo 2 o 3 minuti ho sentito un fischio, mi sono voltata e ho guardato da dove proveniva – erano 2 missili russi . Ho cominciato a correre e tanta altra gente con me. Hanno colpito l’edificio dove ero prima ed un altro edificio dove di solito davano ultimo saluto ai soldati o si facevano i concerti di beneficenza. La nube nera che si è alzata ha coperto tutto, non si vedeva la fine della strada. La gente sveniva, i bambini con le mamme correvano da lì. Poi abbiamo visto un ragazzo ricoperto di sangue e non si capiva se era suo o di qualcun’altro. È stata un altra giornata nera per noi. La cosa che mi spaventa di più è che non ho potuto fare niente. Tanta gente dispersa, corpi bruciati in macchina di bambini. È una tragedia.