CUCINAPRIMO PIANO

Il gnocco fritto in Festa

Lo stand del gnocco e tigelle di Festa Democratica Sant’Ilario recensito dalla food blogger Bianca Maria Bellei

La food blogger Bianca Maria Bellei (https://fatemicucinare.blogspot.com/) recensisce per noi i ristoranti di Festa Sant’Ilario, al Parco San Rocco dal 14 al 17 e dal 21 al 24 luglio.

Ancora in Festa. Se un ristorante nasce per dare ristoro, anche uno stand gastronomico è un ristorante. A Sant’Ilario, dove vivo, il gnocco fritto è tradizione, da sempre. Anzi, è la base delle nostre tavole. Si rimediava cena con il gnocco fritto, si faceva festa con il gnocco fritto. Si sorrideva ad un ospite improvviso con il gnocco fritto perché si prepara con poche pretese, pochi ingredienti e tanto apprezzamento da parte di chi lo gusta. Si può contare sull’accompagnamento di salumi e Parmigiano? Bene! Non c’è? Altrettanto bene.
Quindi, passare da Festa Sant’Ilario e non fermarsi allo stand del gnocco fritto sarebbe stato un errore imperdonabile. Sorpresa! Non trovo solo il gnocco!

Da quest’anno le volontarie propongono anche tigelle e… bomboloni, caldi, ciccioni, pieni, alla crema e al cioccolato. Come quelli che mangi al mare o al ritorno a casa dopo aver fatto serata. Non sto naturalmente parlando per me e per i miei coetanei, ma così si racconta in giro. Buoni, possono stare nella vetrina di un forno di tutto rispetto. E reggono fino alla colazione del giorno dopo. Se ci arrivano.

Le tigelle, che belle! Non sono una preparazione banale (nessuna lo è) e queste sono ben cotte ma non secche, soffici, si tagliano con facilità per accogliere dolce o salato, a scelta vostra, appena brunite in superficie. Capisco perché devi impegnarti ad intercettarle, spariscono in un attimo! E infine lui. Il gnocco fritto. Buono, profumato. Non gli importa se non lo mangi bollente, rimane imperterrito nella sua bontà. Fette grandi, assomigliano ad una carezza e di questo c‘è bisogno a fine giornata.
Le volontarie mi hanno regalato le loro preparazioni con fierezza e ne hanno tutto il motivo. Non solo per il risultato ottenuto ma per il modo in cui lo hanno ottenuto. Gli impasti sono preparati dopo una giornata di lavoro e friggere fa caldo, tanto. E non sempre i pensieri che si portano dentro mentre si stende la pasta, si frigge, si porge un piattino di gnocco fritto, sono dei più rosei. Eppure, avvicinandosi allo stand, sembra di avvicinarsi ad una festa. Volontariato con il sorriso. Me lo appunto. Anche questa è qualità.
Vorrei togliere un dubbio. Non sono buonista. Apprezzo tutto quanto mi si offre ma ho mangiato gnocco e bomboloni utilizzando un sottile tovagliolino di carta. Zero tracce di unto. Prova superata.
Infine, per chi non mi conosce, sono stata insegnante di lingua italiana per tanti anni. Mi accorgo che il correttore mi grida che non si scrive “il” gnocco ma “lo” gnocco. Ma che ne sa lui? Mica lo sa che in Emilia chiamiamo con affetto i nostri piatti e se non dici “Il” gnocco, non sei della famiglia.

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