Fondi Covid: “bisogni diversi necessitano di risposte diverse”
L’assessore Giangrandi sui servizi ai cittadini per affrontare la pandemia: “400mila Euro investiti per i bisogni primari, 9mila per lo sviluppo di competenze ”
“Tutti noi abbiamo fatto esperienze di quanto la pandemia abbia fortemente cambiato la nostra vita, minando la salute di molti, aumentando la nostra impotenza nel cambiare le situazioni di fragilità, le solitudini, ed altri aspetti dell’esistenza. Ciò significa guardare le condizioni di povertà non solo come una mancanza di beni essenziali, ma anche considerando altri fattori connessi con il Ben-Essere complessivo della persona e della comunità. Sono aspetti ben noti ai Servizi sociali nel nostro territorio che, lavorando con perizia e attento ascolto dei cittadini hanno effettivamente rilevato un aumento di solitudini, di fragilità emotive e psicologiche, di vulnerabilità, di lutti, di isolamenti, di paure e incertezze per il futuro”. Così l’assessore al welfare e Vicesindaco di Sant’Ilario Anna Giangrandi si è espressa sull’utilizzo da parte dell’amministrazione dei fondi Covid, contestati da parte dell’opposizione che ha parlato di “progetti fumosi”: “Il Covid ci ha fatto capire, in modo chiaro ed evidente, che il benessere di una Comunità non si misura solamente sul dato economico, molto dipende dagli aspetti di resilienza, di serenità e di felicità, fortemente sentiti quando la comunità, tutta, si sente minacciata da fenomeni e situazioni che sfuggono al controllo. Detto ciò – prosegue Giangrandi – in questi anni di pandemia, il lavoro del servizio sociale territoriale si è concentrato fortemente sui bisogni di prima necessità, rispondendo al bisogno dei beni alimentari, alle difficoltà di salute, a formazioni per il lavoro, al sostegno per la casa”. L’assessore non si limita a descrivere il progetto alla base dell’utilizzo dei fondi, ma entra nel merito delle cifre: “Negli anni 2020 e 2021 rispetto ai fondi regionali, ministeriali e comunali per i buoni spesa volti all’acquisto di generi alimentari e di prodotti di prima necessità sono stati erogati 116.875 euro a beneficio di 401 famiglie; 21.000 euro per sostenere 114 famiglie con pacchi alimentari ogni 15 giorni; 244.349 euro contributi dai fondi affitti dato a 186 famiglie; 9.339 euro come quote bilancio finanziate dal Comune per contributi economici a 21 nuclei famigliari. A tali quote si aggiungono 35.000 euro del fondo straordinario Covid così ripartiti: 9.340 euro per buoni spesa a 24 famiglie, 16.000 euro per corsi di formazione al lavoro, 9.660 euro per i laboratori del progetto di competenze per il Ben-Essere e la resilienza, a cui si sono aggiunti 7.000 euro dal 5 per mille. Quindi ben oltre 407.000 euro per le necessità primarie (cibo, casa, lavoro) e solo 9.660 euro dedicati al non fumoso progetto di ‘resilienza trasformativa’. Progettare un’azione sistematica e collettiva – continua Giangrandi – per coinvolgere fasce diverse per età e bisogni, va dunque nella direzione in cui tutta l’Europa si muove e promuove. E’ in questa logica che il nostro Comune si pone il problema del benessere psicologico di chi si sente solo, vulnerabile e spaventato. Non ritiene che siano sufficienti i servizi ed i sostegni economici, per quanto di primaria importanza, ma che ci sia bisogno anche della serenità e del senso di appartenenza al proprio territorio. Siamo tutti chiamati a partecipare – conclude Giangrandi – ognuno con il proprio contributo per diventare capaci di investire sul futuro, su se stessi e sugli altri, per rigenerare una comunità sana, forte, sostenibile con valori condivisi”.