Una ciclopedonale per “la bella Val d’Enza”
Il Cai ha presentato il progetto alla Regione Emilia Romagna e ai Sindaci interessati, per dare un proprio contributo ad una pianificazione di area vasta che valorizzi il nostro territorio
(di Nando Bertolini)
Il Cai reggiano ha avanzato la proposta di una ciclopedonale dell’Enza su sponda reggiana per una pista lunga una sessantina di Km: dal Po a Cerezzola di Canossa, con eventuale prolungamento fino a Vetto d’Enza per giungere in prossimità del futuro invaso (qualora fosse realizzato) sulla stregua della famosa Dobbiaco-Linz. L’idea ha preso corpo a seguito dell’interessante e partecipato convegno “La bella Val d’Enza. Azioni di valorizzazione del territorio” tenuto a S. Ilario d’Enza il 28 ottobre scorso. Il patrimonio ambientale e storico del nostro territorio è di notevole interesse abbinato ad una collocazione geografica cruciale per snodi viari e ferroviari: un bel paesaggio, a volte dolce, a volte aspro, a volte duro in sintonia con l’identità stessa della pianura, della collina e dell’appennino. La valle non è mai monotona: differenti aspetti geologici, dai sedimenti a rocce vulcaniche su cui insistono il castello di Rossena e la torre di Rossenella, i calanchi di Canossa e per scorci d’orizzonte imprevisti: corsi d’acqua, alberi secolari, boschi, campi coltivati, vigneti e impreziositi dal profilo di ville storiche e castelli.
Il sistema delle fortificazioni matildiche, i borghi che conservano ancora tracce urbanistiche e architettoniche antiche, come pure le campagne ei paesi della Bassa che rievocano le storie e personaggi immortalati nei romanzi di Guareschi e nei film ad essi ispirati,costituiscono motivo di richiamo per un turismo e un escursionismo provenienti anche da lontano.
Nell’ottobre del 2018 è stato inaugurato il sentiero Cai 672 che corre lungo l’Enza, in gran parte sull’argine della sponda reggiana, e che va da Brescello fino a Cerezzola di Canossa. Si può percorrere a piedi, in MTB o a cavallo. Lo hanno tenuto a battesimo il Cai, l’Istituto Cervi, i Comuni rivieraschi reggiani ed è stato chiamato con un appellativo altisonante: Via della Libertà.
Quel nome vuole essere un omaggio ai tanti episodi di lotta partigiana avvenuti in questo territorio e il percorso vuole unire idealmente questi luoghi; ma questo sentiero può rappresentare anche altro: un collegamento tra borgate e paesi, uno spazio ottimale per svolgervi sane attività motorie a contatto della natura, un modo per agevolare il nuovo escursionismo che si va diffondendo ovunque.
La proposta di ciclabile intende rafforzare tale percorso, superandone le criticità presenti come le intersezioni con alcune strade di grande traffico e con i ponti (in particolare quello della via Emilia tra Gattatico e Parma).
La cucina, con i suoi ristoranti e trattorie, con il re dei formaggi il Parmigiano-Reggiano, il prosciutto di Langhirano, i tortelli, i cappelletti, l’erbazzone, l’aceto balsamico tradizionale, il gnocco fritto e tutte gli altri piatti che stanno vivendo nuove vite con riletture e aggiornamenti più contemporanei, è rinomata in tutto il mondo e non ha bisogno di molte presentazioni. Essa costituisce un motivo in più per frequentare questa bella terra non tanto di confine ma di vera amalgama tra il Reggiano e il Parmigiano (da cui, fino al primo ottocento, buona parte di queste località dipendevano).
La proposta di una ciclopedonale dell’Enza nasce dunque dalle considerazioni sopra richiamate. L’obiettivo dovrà essere quello di realizzare una pista lunga una sessantina di Km: dal Po a Cerezzola di Canossa, con eventuale prolungamento fino a Vetto per giungere in prossimità del futuro invaso, qualora fosse realizzato. Essa dovrà permettere di muoversi in buona sicurezza, in bicicletta o a piedi, per ogni tipo di escursionista; giovani in forma, ma anche anziani, famiglie con bambini, disabili e altre categorie fragili.
I presupposti per la crescita e lo sviluppo di un turismo lento a valenza europea ci sono e ci saranno ancor di più con la realizzazione della ciclabile VENTO (Venezia – Torino lungo il fiume Po) a nord ed eventualmente l’invaso di Vetto d’Enza a sud. L’opera potrebbe poi essere integrata con la realizzazione di piazzole per la sosta dei camper attrezzate e controllate (per evitare usi impropri e/o abusi), collocate in prossimità dei centri per agevolare o semplicemente consentire la fruizione a piedi dei luoghi turistici e di ristoro.
E’ un’opinione unanimemente condivisa che questi interventi favoriscano non solo il consolidamento delle attività esistenti, ma anche la creazione di nuove imprenditorialità legate alle attività ricreative, culturali e turistiche rese possibili proprio dalla nuova infrastruttura: come ristoranti, B&B, noleggio e assistenza biciclette e e-bike, trasporti collettivi e altro.
Il Cai ha presentato il progetto sia alla Regione Emilia Romagna che ai Sindaci interessati intendendo in tal modo dare un proprio contributo per una pianificazione di area vasta e di prospettiva che valorizzi la nostra “bella Val d’Enza”. Mi auguro che questa idea possa “trovare le gambe per camminare”.