Fagioli: da S.Ilario a Marte
Come una piccola impresa familiare è riuscita ad imporsi quale colosso mondiale dei trasporti eccezionali. Prossima tappa: Marte.
(di Giorgio Casamatti)
L’anno appena trascorso è stato per la ditta di trasporti santilariese il coronamento di una storia decennale che, grazie alla caparbietà e all’intraprendenza di due fratelli, ha saputo imporsi sul panorama mondiale, diventando uno dei leader del settore. Il 2020 è stato anche l’anno in cui la Fagioli trasporti si è distinta in alcune operazioni di grande rilievo: il difficile e delicatissimo lavoro di sollevamento delle campate del nuovo ponte di Genova (una enorme trave da 2.000 tonnellate), il trasporto su strada e l’installazione di alcuni mastodontici serbatoi di una raffineria che sfioravano la lunghezza di 80 metri. Questi interventi le hanno valso due fra i più importanti riconoscimenti a livello internazionale per le aziende del settore.
A questi prestigiosi interventi si aggiunge ora la collaborazione con il miliardario Elon Musk che sta finanziando una missione per portare l’uomo su Marte. La ditta santilariese ha gestito, fin dall’inizio delle operazioni, la logistica e il trasporto dei componenti della sonda spaziale e del modulo di atterraggio con l’impiego di oltre 40 camion.
Si può quindi dire che la Fagioli, nel corso dei decenni, dal 1955 quando fu costituita, ha portato a termine operazioni sempre più importanti, complesse e tecnologicamente avanzate, che agli occhi di molti potrebbero apparire quasi impossibili. Ripercorriamo la storia della Fagioli per scoprire come si possa costruire un impero partendo solo dalle idee e dalle capacità imprenditoriali. Anche la storia di questa azienda familiare poggia infatti sulla caparbietà del suo fondatore che, iniziando l’attività con un camioncino sgangherato, è riuscito, grazie anche alla collaborazione dei suoi familiari, a costruire una delle aziende leader nei trasporti eccezionali a livello internazionale.
“Giovanni trova lavoro da Bronzoni come autista poi, nel 1951, acquista un Dodge, residuato di guerra, e si mette in proprio facendo il corriere. All’inizio Fagioli trasporta di tutto: legname, bestiame e generi alimentari e nel 1955, inizia anche il trasporto di barattoli.” (Sant’Ilario d’Enza: Storie di imprenditori).”
Inizia a farsi un nome trasportando i barattoli prodotti dalla FaBa. Nei primi anni ‘60 entrano in azienda, oltre ad Alessandro, anche Gianfranco, l’altro figlio di Giovanni, che si occupa dei trasporti navali.
“Una significativa svolta caratterizza gli inizi degli anni ’60 con la coraggiosa decisione di acquistare i primi semirimorchi. «Convinsi mio padre che il nostro trasporto doveva essere modificato perché impiegavamo troppo nelle operazioni di carico e scarico. Così andammo a comprare i primi tre semirimorchi e ne lasciammo uno alla FaBa, uno dal cliente, mentre il terzo viaggiava; erano alti un metro (da terra) per caricare più barattoli. Allora nel parmense c’erano molte merci che avevano bisogno del trasporto basso perché quello alto non permetteva il passaggio sotto ai ponti. Fu così che cominciò la storia dei trasporti eccezionali. Uno dei primissimi trasporti eccezionali fu nel 1963: era il primo boiler della Parmalat che trasportammo nella sede di Collecchio. Quello che ci diede grande fama fu soprattutto il trasporto della campana dei caduti nel 1965.» (S.Ilario: storie di imprenditori).”
Per la Fagioli si trattava di un’operazione importante dal punto di vista mediatico e commerciale e venne anche acquistato un apposito rimorchio adatto per questa attività. L’azienda dovette anche scalzare alcuni altri contendenti, come la celebre ditta di trasporti Gondrand. La notte prima del trasporto la grande campana rimase parcheggiata nel cortile della FaBa dove molti santilariesi si recarono, incuriositi dalle sue eccezionali dimensioni. Il trasporto prevedeva una tappa a Roma per la benedizione papale, e quindi il lungo viaggio verso Rovereto, sua destinazione finale.
“Il trasporto della campana rende grande notorietà all’azienda contribuendo perfino alla nascita del marchio commerciale. «Il carrello che venne a casa dal trasporto della campana si fermò per caricare una grossa sfera di 5 metri di diametro. La sfera mi diede l’idea di un marchio che ci poteva bene rappresentare.» (S.Ilario: storie di imprenditori).”
La Fagioli vinse quindi un importante appalto per il trasporto degli impianti di una raffineria in Libia per conto dell’Agip, inaugurando una lunga collaborazione tra le due aziende. Dalla fine degli anni ‘70 la Fagioli si è poi specializzata nelle operazioni di sollevamento e trasporti eccezionali ponendosi all’avanguardia non solo in Italia ma su scala internazionale. L’espansione a livello mondiale è stata garantita anche, a partire dalla metà degli anni ’80, dall’apertura di numerose filiali in Europa, Asia e Stati Uniti.
Tra le più recenti ed importanti imprese della Fagioli degli ultimi anni possiamo ricordarne alcune: la rimozione della nave Costa Concordia incagliata presso l’isola del Giglio; il posizionamento delle campate della stazione dell’alta velocità di Reggio e del nuovo ponte di Venezia progettati dall’archistar Calatrava; il complesso trasporto del sommergibile “Toti” fino al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano; l’innalzamento della torre di controllo dell’ aeroporto inglese di Heathrow.
(Troverete questo ed altri racconti nel volume “Sant’Ilario com’era: Il lavoro, le botteghe e le industrie storiche” curato da Giorgio Casamatti, disponibile presso la Tabaccheria di Boni Giovanni di Via Val d’Enza 12 a S.Ilario).