L’Istituto D’Arzo al tempo dell’epidemia
Le risorse messe in campo dalla scuola, la capacità di risposta dimostrata in un momento tanto complesso, nelle parole della Dirigente Maria Sala
In questi giorni di epidemia, le istituzioni scolastiche sono state sicuramente uno dei settori da subito più interessati, in primis dal punto di visto sanitario (per la loro caratteristica di luogo a forte aggregazione), ma soprattutto per il loro ruolo di servizio essenziale strategico, diffuso su tutto il territorio nazionale che interessa quotidianamente circa un milione di dipendenti e circa 7 milioni e mezzo di allievi. Abbiamo chiesto un’opinione alla Dirigente Scolastica del Istituto D’Arzo Prof.ssa Maria Sala, che, rappresenta senz’altro un punto di riferimento importante per il territorio con i suoi 1361 iscritti di cui 338 presso la sede dei Grafici di Sant’Ilario.
“In questa fase, più che gli aspetti tecnici o organizzativi (pure importanti e professionalmente impegnativi per tutti) credo che sia importante soprattutto sottolineare come la scuola, nel suo insieme ed in tutte le sue componenti, abbia assolto pienamente al suo ruolo di alto valore istituzionale. In primo luogo abbiamo dato prova di vicinanza a famiglie e studenti, cercando di affrontare da subito le criticità della fase transitoria e cercando di superare le limitazioni dei mezzi di comunicazione a distanza, in modo da strutturare un dialogo umano e educativo che desse il senso ai nostri giorni. Questa capacità di risposta ha per me un grande valore etico e formativo, che va oltre ogni norma o circolare, che pure sono necessarie per dare un fondamento alla nostra azione. Ma tutto ciò è venuto un attimo dopo; subito prima infatti ci siamo messi in gioco spontaneamente, perché sentiamo il nostro lavoro non solo nel rispetto delle famiglie e dei ragazzi con cui lavoriamo quotidianamente, ma nel rispetto delle tante persone che stanno affrontando difficoltà molto più gravi delle nostre, sia a livello di salute che lavorativo, perché magari hanno dovuto chiudere la loro attività e non hanno più neppure la certezza del loro reddito. Mi sento di fare queste considerazioni a distanza di oltre un mese dai primi provvedimenti di sospensione delle attività in aula, avendo qualche elemento di valutazione consolidato e credo anche che questo sforzo sia stato apprezzato dalle famiglie e da tanti allievi, che pure hanno fatto del loro meglio per mettersi in condizione di partecipare alle lezioni e di rendere evidenti agli insegnanti i loro sforzi. Spero che questa collaborazione straordinaria di tutti non solo non venga meno, ma anzi costituisca un valore aggiunto per migliorare ancora di più, sulla scorta di questa terribile esperienza, il senso di affiatamento e l’efficienza del nostro servizio”.