Eppur si dialoga…
Due consigli comunali e due esempi, per una politica del confronto aperto e costruttivo
(di Massimo Bellei e Eva Coïsson)
Durante tutta la campagna elettorale lo abbiamo detto e ripetuto: dialogo!
Dialogo con i cittadini, ascolto, essere a disposizione: ci stiamo provando ogni giorno. Le persone lo sanno, chi ha dubbi può provare a contattare, avrà ascolto sempre.
C’è anche un luogo istituzionale all’interno del quale il dialogo e l’ascolto sono fondamentali per non scadere nella infinita sequela di inutili e sgradevoli battaglie alle quali certa politica nazionale sta tentando di abituarci: è il Consiglio Comunale e le persone con le quali si deve dialogare sono gli esponenti delle varie opposizioni politiche, alle quali l’esito delle elezioni amministrative ha assegnato un ruolo di minoranza. La maggioranza di Sant’Ilario, Sant’Ilario Futura, il dialogo lo persegue, lo offre e lo propone, anche quando non è così semplice, nella convinzione che sia – appunto – necessario, che un confronto civile possa aiutare a mantenere, negli stretti spazi del nostro piccolo paese, un clima buono. All’interno del quale sia più sereno lavorare per i risultati che stanno a cuore a tutti, e che risulti educativo a chi osserva, particolarmente alle nuove generazioni.
Primo Consiglio Comunale effettivo e primo esempio: le Commissioni.
Le commissioni sono gruppi ristretti, ciascuno con un tema: fino alla scorsa legislatura erano tre ma, date le forze numeriche in campo, che assegnano anche in questo caso a chi ha vinto le elezioni la maggioranza dei posti disponibili, ci è sembrato che la situazione preesistente offrisse alle minoranze uno spazio non sufficiente per poter collaborare e offrire il proprio contributo alle varie delicate questioni che siamo certi siano in grado di dare. Per cui abbiamo pensato e proposto di aggiungere una commissione, in modo che ogni gruppo consiliare avesse la presidenza di una di esse. Alternativa Civica rilancia, chiedendo che anche chi assiste alle commissioni (che sono aperte al pubblico) possa partecipare alle discussioni: anche questo è stato accettato, nella speranza che tutti sappiano fare uso con buon senso di questa opportunità, senza trasformare le riunioni delle commissioni in lunghissimi monologhi, rischiando di minarne l’efficacia pratica. In conclusione, la maggioranza ha proposto (e il Consiglio ha poi approvato all’unanimità) l’istituzione di quattro commissioni, tre delle quali presiedute non da chi ha vinto le elezioni, all’insegna dell’apertura e del dialogo:
• Tutela e gestione del territorio, sicurezza e legalità: presidente Gioele Malvica (Centrodestra S. Ilario d’Enza)
• Scuola, cultura, politiche giovanili, sport e tempo libero: presidente Nealda Bertozzi (Sant’Ilario Futura)
• Welfare, volontariato e ambiente: presidente Carlo Micucci (Movimento 5 Stelle)
• Bilancio e attività produttive: presidente Marco Orlandini (Alternativa Civica per S. Ilario e Calerno).
Secondo Consiglio Comunale effettivo e secondo esempio: regolamento referendum consultivi.
Nell’ultimo consiglio comunale Alternativa Civica (la minoranza con il maggior numero di esponenti in Consiglio, 3 contro gli 11 di Sant’Ilario Futura e 1 rispettivamente di Centrodestra e Movimento 5 Stelle) ha posto al centro del confronto alcune questioni inerenti la possibilità di effettuare referendum consultivi in paese. Subito sono emerse le divergenze su tempi e modi per dare attuazione a quella che era, comunque, una previsione dello Statuto. Poi ha prevalso la volontà di imprimere una svolta, non arrivando (come sarebbe stato possibile, per la maggioranza) “soli alla meta” imponendo il proprio punto di vista, ma cercando un punto di incontro. Ebbene, per circa un’ora e mezza si è avanzato, poi indietreggiato, proposto, smussato, fino a che su una questione così delicata (ma democratica) si è espresso un voto all’unanimità. Al termine di quel Consiglio si respirava soddisfazione (è partito un applauso spontaneo): il dialogo è la prima carta. Non è un’arma di incompetenza o debolezza. Tutt’altro. Piuttosto il tentativo, sul quale non molleremo, di lavorare insieme per il paese.
C’è un modo, comunque, per verificare le intenzioni: venire ad assistere a uno dei prossimi Consigli Comunali. Sono aperti al pubblico. Ed è importante essere lì per farsi una propria idea, non basata esclusivamente sui toni cupi di certi bollettini che capita periodicamente di trovare nella cassetta della posta, o pubblicati senza contraddittorio su quotidiani locali (eh sì, perdonate, ma anche questo va detto).