“La ragazza del Kyūshū” di Matsumoto Seichō
Un romanzo giallo di grande impatto, con una fortissima tensione narrativa, ambientato nel Giappone degli anni ’60. Una riscoperta, seppur tardiva, di un grande scrittore orientale.
Pubblicato per la prima volta nel 1961, La ragazza del Kyūshū arriva finalmente in Italia grazie ad Adelphi Edizioni, che di Matsumoto Seichō aveva dato alle stampe il bellissimo Tokyo express lo scorso anno mentre, sempre nel 2018, Mondadori aveva pubblicato, dello stesso autore, Come sabbia tra le dita.
Matsumoto Seichō (1909-1992) è stato definito il “Simenon giapponese” ed era stato pubblicato con tre opere nei Gialli Mondatoi tra gli anni ’50 e ’60. Con Simenon ha in comune la capacità di “agganciare” il lettore già dalle prime battute, per non lasciarlo più fino alla fine, e uno stile di scrittura lineare e diretto. Nei suoi romanzi, tutti ambientati in un Giappone di qualche decennio fa, prevale le indagini seguono criteri strettamente logici e intuitivi per scoprire la verità che si cela dietro i delitti alla cui soluzione i vari personaggi, non sempre detective o poliziotti, sono chiamati a dare risposta. I toni del “giallo” ci sono tutti (non per niente…siamo in Giappone) ma anche a volte quelli del noir. Insomma, non è un caso che Matsumoto Seichō abbia al suo attivo più di trecento romanzi e una ricca serie di racconti e sia conosciutissimo in patria.
Questo La ragazza del Kyūshū potremmo definirlo un giallo d’epoca, che unisce la ricerca della verità in un caso di omicidio all’analisi dei sentimenti che muovono i protagonisti della storia: rimorso, vergogna, senso di colpa, desiderio di vendetta. Tokio ne è teatro. Ma è comunque, quella che viene descritta, una Tokio viva di notte e di giorno, sempre frenetica, niente a che vedere con le immagini delle stampine giapponesi o del folklore da turisti. La struttura e il linguaggio di Matsumoto Seicho, in effetti, inducono a pensare, così come è accaduto ancor più con “Tokyo Express”, ad un libro dei giorni nostri, facendo dimenticare al lettore che le pagine che ha tra le mani sono state pubblicate per la prima volta in Giappone nel 1961. Sullo sfondo della storia, come spesso nei suoi romanzi, l’autore pone temi anche di natura sociale, attento ai problemi che una società complessa come quella giapponese (questo a prescindere dalle epoche) si trova a dover affrontare e gestire. Non accenneremo allo sviluppo della storia (geniale, diabolica, perfetta), come si deve fare sempre di fronte a un romanzo di questo tipo, e per non comprometterne la vostra eventuale scoperta, ma acceniamo solo al messaggio che è ad essa sotteso: che l’indifferenza e la poca attenzione per gli altri possano generare dolore e sofferenze e che a volte l’empatia può avere effetti a lungo termine sulle vite che sfiorano la nostra. Come vedete, certi messaggi travalicano i muri del tempo e, forse, sono umanamente eterni. In questi tempi incerti non è lecito scordarsene. (gs)
“La ragazza del Kyūshū” di Matsumoto Seichō – Casa editrice: Adelphi- Collana Fabula – 2019